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AUTONOMIA E TRADIZIONE DELLE DONNE INDIGENE. di Marta Duran de Huerta Patiño


Il mondo e le tradizioni indigene sono
sconosciute alla maggiorparte dei
messicani. Il mondo indigeno è completamente
 differente da quello
occidentale; i valori, le abitudini e tutto il resto è
diverso, senza
parlare poi delle concezoni magico-religiose.

Alcune abitudini ancestrali ciapaneche comprendono pratiche
che ai nostri occhi appaiono ingiuste o crudeli e che vengono
 esercitate sulle donne indigene.
Per esempio il fatto che sia il padre a regolare il matrimonio
della figlia e che il corteggiamentoconsista in una serie di regalie o di
danaro per il padre della fidanzata. Tutti danno la propria opinione,
tranne la ragazza che molto precocemente e senza aver goduto della sua
gioventu', viene data ad un uomo al quale dovrà servire ed obbedire, così
come comanda il costunme.

Vita uqotidiana, tradizione e religione sono intimamente connesse e
inseparabili. La comunità decide e per una donna indigena non ci sono
possibilità per vivere al di fuori di queste tradizioni, essendo ella
costretta ad accettare tutte le regole, le restrizioni ed i castighi che,
per le donne stesse, sono estremamente severi. Per esempio l'adulterio, che
in alcuni casi è una delle peggiori infrazioni dentro la cumunità: per la
donna il castigo è molto più severo che per l'uomo.

Gli indigeni chiapanechi hanno una concezione molto particolare del
matrimonio; questo infatti non si considera consumato con l'atto sessuale,
ma per il fatto di cucinare per il marito, lavargli i vestiti o tessergli
un chuc(un vestito di lana tipico degli Altos del Chiapas), tutti atti
considerati molto intimi.

Le donne vengono valutate non per la loro bellezza, ma per le loro abilità
come cuoche, tessitrici o lavoratrici. Coloro le quali tessono bene o
riescono a portare molta legna, avranno molti più pretendenti di una che
sia solo carina.

La vita delle indigene è molto dura e non solo perchè sono costrette a
confrontarsi con la povertà, la discriminazione razziale e lo
sfruttamento, ma anche per il costume e le tradizioni molto ingiuste. In
alcune etnie le donne non hanno diritto di parola, di voto o nemmeno ad
ereditare la terra; picchiare le donne è un diritto dei genitori, dei
fratelli e del marito.

Le donne non possono decidere nelle cose più importanti della loro vita
come il matrimonio o la maternità. Nessuno chiede la loro opinione ed esse
debbono obbedire e seguire la tradizione per non essere emarginate dalla
comunità, dato che la loro esistenza fuori dal collettivo è impensabile.

La rivolta zapatista non fu solo uno scossone ai politici della capitale,
ma colpi' anche le tradizioni delle comunità indigene che si unirono al
movimento, nel momento in cui l'EZLN porto' molti elementi
modernizzantialle basi di appoggio ed alle popolazioni che lo costituirono.

Se è sicuramente vero che l'EZLN fece propri molti elementi della cultura
indigena, come l'organizzazione politica interna, i meccanismi per prendere
decisioni e la ripartizione delle responsabilità, è altrettanto vero che,
a sua volta, l'EZLN immise elementi democratizzanti nelle assemblee delle
comunità dove per millenni il consiglio degli anziani (uomini) aveva
l'ultima parola, come l'aver fatto aumentare la partecipazione delle donne
alla vita della comunità. Le donne zapatiste insorte redattarono la legge
Rivoluzionaria delle Donne i cui punti non sono molti, ma fanno fare un
salto di anni luce per quello che riguarda i contenuti che propongono.

Questa legge da' alle donne la possibilità di decidere sul matrimonio,
sulla maternità, sul diritto a prendere deciioni, uguaglianza davanti agli
uomini, diritto alla educazione e poter praticare la religione che più le
aggrada. Questa legge fu valida tra le file dei ribelli, ma le donne
insorte stanno lottando affinchè si renda valida anche tra le basi di
appoggio,cioè dentro le stesse comunità. In alcune di queste si sta
applicando e si vede il cambiamento, persino nella divisione del lavoro
domestico dove gli uomini aiutano un poco più di prima le loro donne.

Senza stare a rifare tutta la storia dell'EZLN si può segnalare che gli
spazi che si aprirono le insortefecero in modo che molte adolescenti si
arruolassero massivamente. Entrare nell'EZLN significava salvarsi da un
matrimonio non voluto, apprendere il castigliano, imparare a leggere e
scrivere, avere la possibilità di fare carriera nella gerarchia dlel'EZLN,
inclusa la possibilità di arrivare al comando. Essere indigene monolingue
nel contesto del razzismo chiapaneco significa essere meno che umano. Pero'
le indigene parlano la loro lingua materna, quella di alucune popolazioni
vicine e quella del loro sposo. In realtà i monolingue sono i meticci. Ma
entrare nell' EZLN costava un prezzo molto alto, significava rompere con la
maggiorparte della comunità.Una ragazzina che va ala selva tra uomini
solamentenon è benvista ed al suo ritorno sentirà il rifiuto di molti.
Se è un uomo ad andare non si sono gli stessi problemi. Nonostante questo,
le ragazze si arruolarono nell' EZLN e non disertarono. Sono quelle che
hanno dovuto sopportare le maggiori difficoltà.

Quando le indigene iniziarono a chiedere autonomia, vennero forniti una
cascata di argomenti contro; da quelli piùassurdi che le accusavano di
essere separatiste, secessioniste, di volere trasformare il Chiapas in un
altro Paese, fino alle dichiarazioni di Jorge del Valle, membro della
delegazione ufficiale dei dialoghi di San Andres il quale affermo'
pubblicamente: non può prosperare un'autonomia basata sugli usi e costumi
indigeni al di fuori della legge, dai partiti politici dalla cultura
nazionale. Autonomia Indigena? Merda! sarebbe come istituire una nicchia,
un ghetto sussidiario. L'etnocentrismo e l'ignoranza non permettono che
una democrazia sia includente e tollerante verso coloro che sono diversi e
non per questo non vogliono essere considerati non - mesicani.

Persino alcune femministe, seriamente preoccupate che l'autonomia
significasse la perpetuazione della discriminazione e della violenza contro
le indigene, si opposero all'autonomia. Orgnaizzarsi sugli usi e costumi -
dicevano alcune - può rappresentare un pericolo poichè da' una impronta
legale alle violazione dei diritti delle donne. Nonostante queste opinioni,
le indigene appoggiano le domande di autonomia e dichiarano che non ci
usino come pretesto per non darci l'autonomia; noi stesse cureremo i nostri
diritti umani. Noi vogiamo la tradizione, però non la tradizione che ci
maltratta, bensì quella che non fa danno a nessuno. Quello che domandiamo
ai nostri uomini è chi è che decide che cosa è il costume. Noi
vogliamo decidere sulle cose che ci riguardano e definire pure quello che
e' il costume.

Malgrado l'opposizione decisa dei vecchi e delle vecchie delle comunitàa
questi cambi, gli adolescenti, tanto uomini che donne,stanno cambiando i
loro valori, conformandoli alle idee e necessità, riscoprendo le proprie
radici, però combinandole con elementi che possono dare loro più libertà.

Le femministe indigene in nessun momento hanno separato le loro proposte
e critiche dai problemi generali delle loro comunità. Non si isolano e non
si identificano come un gruppo che combatte esclusivamente per le proprie
richieste di genere, ma che hanno una visione olistica del cambiamento e,
in poche parole, lo spiegano dicendo: Se non c'è pace e giustizia per
tutti, non ci sarà pace e giustizia per nessuna".

(trad. a cura di massimo boldrini)



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